Conoscere le condizioni ottimali per la stabulazione dei vitelli e garantirne quindi il benessere è fondamentale per avere poi animali adulti sani, longevi e produttivi.
Per ridurre in modo efficace i costi alimentari di un allevamento di vacche da latte è necessario che l’attenzione si concentri su azioni che fanno veramente la differenza, altrimenti il rischio di operare in modo controproducente è molto alto.
Videointerviste ai relatori del convegno "Allevamento e innovazione: la differenza la fanno le persone" realizzato da L'Informatore Agrario sabato 28 ottobre in occazione dell'edizione 2017 delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona Nuovi strumenti per migliorare la qualità del latte Lucio Zanini - Servizio di assistenza tecnica alle aziende, Associazione regionale allevatori della Lombardia - presenta i nuovi metodi di indagine delle problematiche legate alla mastite per migliorare la qualità del latte
Videointerviste ai relatori del convegno "Allevamento e innovazione: la differenza la fanno le persone" realizzato da L'Informatore Agrario sabato 28 ottobre in occazione dell'edizione 2017 delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona Innovare è un dovere, ma con quali priorità? Michele Campiotti - agronomo specialista in allevamenti per bovini da latte - parla dell'innovazione gestionale dell'allevamento come intervento prioritario per contrastare le difficoltà legate alla volatilità dei prezzi del latte. Cita inoltre l'opportunità di innovazione data dal ricambio generazionale
Sia a livello di organizzazioni sanitarie internazionali sia di opinione pubblica, il problema legato alle antibiotico-resistenze e le richieste per un uso più prudente e razionale degli antibiotici hanno assunto un’importanza crescente e hanno portato alla pubblicazione delle Linee guida UE sull’uso prudente degli antimicrobici in medicina veterinaria (2015/C 299/04).
Le linee guida hanno aperto la strada a una direttiva europea che nel prossimo futuro regolamenterà in modo restrittivo l’uso degli antibiotici in medicina veterinaria e che con ogni probabilità costringerà, ad esempio, a modificare le modalità di messa in asciutta degli animali. Queste normative non tengono però conto del prezzo che verrà pagato soprattutto dagli allevatori; per questo è opportuno iniziare fin d’ora a prepararsi per affrontare il problema nel modo più razionale ed efficiente. Quando si parla di innovazione l’attenzione è generalmente rivolta alle tecniche e alle tecnologie, ma il tema dell’innovazione in allevamento può essere affrontato puntando anche su un aspetto inedito: il capitale umano.
![]() Tra le varie produzioni agricole conservabili mediante processo di insilamento, l’insilato di mais rappresenta una delle più note e diffuse grazie al mantenimento delle proprietà nutrizionali ottenibile attraverso una corretta gestione fermentativa e conservativa. Caratteristiche che lo hanno reso e tuttora lo rendono uno dei principali alimenti alla base della zootecnia da reddito. ![]() I risultati di una indagine condotta su oltre 2.000 allevamenti lombardi ha evidenziato che l'anticipo di due mesi dell'età di primo parto per le manze consente un risparmio medio a stalla sui costi alimentari di oltre 4 mila euro. Considerando infatti che secondo l'indagine SATA nell’azienda media si hanno 52,8 parti di primipare all’anno anticipandoli di soli due mesi, obiettivo raggiungibile nella maggioranza delle realtà produttive, si otterrebbe una minor spesa alimentare pari a 4.752 euro/azienda, un valore ottenuto moltiplicando un costo teorico alimentare di 1,5 euro/capo/giorno per il numero medio di primipare, vale a dire 52,8, per 60 giorni. ![]() Non sempre la maggior disponibilità di terreno si traduce in un maggior guadagno soprattutto se non si controllano i costi di coltivazione. Uno studio condotto da Michele Campiotti e pubblicato in esclusiva sul Supplemento Stalle da latte a L'Informatore Agrario n. 11/2017 evidenzia che l'80% delle aziende analizzate ha costi di produzione dei foraggi troppo alti. Tanto che talvolta per gli allevatori sarebbe più conveniente acquistare i foraggi sul mercato. ![]() Vi sono almeno tre buoni motivi per avere tra gli obiettivi quello di limitare le zoppie in stalla. Il consumatore. Quando i consumatori vedono una vacca zoppa pensano subito a una situazione di dolore, lontana dal benessere animale; anche gli allevatori dovrebbero porsi nello stesso ordine di idee e non accettare (come spesso fanno) la zoppia come qualcosa di «normale» o inevitabile. Pratiche di conduzione. Talvolta le leggi che mirano al benessere animale vengono approvate senza saper prevedere l’impatto sull’azienda e sulla commercializzazione dei prodotti di origine animale. Ad esempio, tutte le stalle svedesi di nuova costruzione sono a stabulazione libera, mentre la posta fissa è stata bandita, in quanto non in linea con l’esigenza di garantire all’animale il suo movimento naturale. Col tempo si è però scoperto che nella stabulazione libera l’incidenza delle zoppie aumenta. Riduzione del profitto. In ogni azienda bisognerebbe ottenere un’incidenza di zoppie pari al 5% o anche meno. Così possono essere riassunte le perdite economiche provocate dalla zoppia: ● incompleta utilizzazione della razione (i soggetti con punteggio di locomozione elevato passano meno tempo in mangiatoia, consumando tra l’altro una razione di peggiore qualità, in quanto le bovine sane selezionano); ● ridotta produzione lattea; ● dimagrimento; ● ipofertilità (per scadente manifestazione dei segni del calore, ecc.); ● farmaci e spese veterinarie; ● aumento di manodopera. |