Circa vent’anni fa si era diffusa la pratica di fornire agli animali diete ad alta energia e a elevata concentrazione di nutrienti durante il periodo di fine gestazione, generalmente a circa tre settimane dalla data prevista per il parto. Queste diete erano state studiate per far adattare i microorganismi del rumine e l’epitelio alle razioni contenenti un elevato valore nutritivo somministrate dopo il parto, in modo da diminuire la mobilitazione del grasso corporeo e i depositi nel fegato, oltre che per controllare la concentrazione di calcio nel sangue. Questi principi erano basati su dati prodotti da appositi studi, ma la capacità di queste diete di diminuire l’insorgenza di malattie, osservata sia a livello di ricerca sia sul campo, è stata deludente.