
Via libera dall’UE alla denominazione di origine protetta per il formaggio “Ossolano”: sulla Gazzetta ufficiale europea è stata, infatti, pubblicata la domanda di iscrizione nel registro delle dop. Se entro tre mesi nessuno si opporrà, l’iscrizione diventerà ufficiale.
«Dopo quasi 10 anni di lavoro per avere questo riconoscimento internazionale - sottolinea il presidente del Consorzio tutela e valorizzazione del formaggio Ossolano, Giovanni Tacchini - abbiamo finalmente ottenuto il disciplinare per la dop. Un risultato raggiunto grazie anche alla fattiva collaborazione della Regione Piemonte e della Provincia del Verbano Cusio Ossola».
«Dopo quasi 10 anni di lavoro per avere questo riconoscimento internazionale - sottolinea il presidente del Consorzio tutela e valorizzazione del formaggio Ossolano, Giovanni Tacchini - abbiamo finalmente ottenuto il disciplinare per la dop. Un risultato raggiunto grazie anche alla fattiva collaborazione della Regione Piemonte e della Provincia del Verbano Cusio Ossola».
La Dop potrà essere declinata sull'etichetta in “Ossolano” e “Ossolano" d’Alpe. Il disciplinare prevede che sia ottenuto esclusivamente da latte intero di vacca delle razze Bruna, Frisona, Pezzata Rossa e loro meticci, prodotto e caseificato nel territorio del Verbano Cusio Ossola delimitato da 39 comuni.
Il periodo minimo di stagionatura è di 60 giorni dall’inizio della lavorazione del latte.
Il formaggio dop “Ossolano” ha caratteristiche di unicità legate all’ambiente di produzione e ai rapporti con le popolazioni Walser giunte dalla vicina Svizzera, che insediatesi nei territori montani ossolani svilupparono una tecnica casearia propria, introducendo nel processo produttivo la fase di «semicottura». Operazione che, in abbinamento alla pressatura, caratterizza la lavorazione dell’Ossolano dop, che in futuro potrebbe raggiungere una produzione di oltre 40.000 forme.
Il periodo minimo di stagionatura è di 60 giorni dall’inizio della lavorazione del latte.
Il formaggio dop “Ossolano” ha caratteristiche di unicità legate all’ambiente di produzione e ai rapporti con le popolazioni Walser giunte dalla vicina Svizzera, che insediatesi nei territori montani ossolani svilupparono una tecnica casearia propria, introducendo nel processo produttivo la fase di «semicottura». Operazione che, in abbinamento alla pressatura, caratterizza la lavorazione dell’Ossolano dop, che in futuro potrebbe raggiungere una produzione di oltre 40.000 forme.